«Due tentarono la fuga ma fecero una morte ancora più brutta»
A cura di Viviana Damore
È sempre il momento di ricordare, è sempre il momento di non dimenticare le atrocità compiute dall’umanità, proprio a questo scopo la scorsa domenica si è svolto un evento teatrale dedicato all’eccidio dei dodici barlettani compiuto dalle truppe naziste di passaggio nella nostra città subito dopo l’armistizio.
Durante l’evento curato dal poeta Francesco Paolo Dellaquila con il patrocinio di Anmig, si è creato un momento spontaneo durante il quale Nietta Borgia ha onorato l’assemblea con il suo toccante racconto (di cui è presente un estratto nel video qui sotto) dei fatti osservati in prima persona. All’epoca giovinetta, la donna ebbe il coraggio (dettato, forse, anche dalla curiosità e dall’inconsapevolezza giovanile) di restare ad osservare l’esecuzione dei suoi concittadini.
«I vigili urbani e i netturbini furono messi in riga con l’inganno – ha raccontato – credevano gli si dovesse scattare una fotografia. Quindi si posizionarono e alla prima raffica, con la quale gli colpirono le gambe, si resero conto che in realtà stavano per essere ammazzati. Iniziarono ad addossarsi l’uno all’altro ma subito dopo partì la seconda raffica di colpi direzionata allo stomaco. Io rimasi ancora a guardare, incoraggiata anche dalla presenza di un’amica, ma quando partì la terza raffica la situazione si fece insostenibile. I poveri malcapitati non avevano più un volto e ciò che mi impressionò di più fu vedere uno degli uomini, che conoscevo ed era una bravissima persona, senza occhi. Due pensarono di scappare dopo la prima raffica ma fecero una morte ancora peggiore e finirono ammazzati a colpi di baionette e per molti anni rimasero i segni delle loro impronte di sangue sulla porta posteriore della posta. A quel punto corsi via da mia madre che appena mi vide mi disse “Se non ti hanno ammazzato i tedeschi ora voglio prendermi il privilegio di ucciderti io”, effettivamente non vedendomi tornare si era spaventata parecchio.»