MENTRE LO UCCIDEVO, I NOSTRI SGUARDI SI INCONTRARONO (Tratto da “Ultime voci dalla Grande Guerra”)

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SE QUELLA PALLOTTOLA FOSSE PASSATA UN CM PIU’ IN BASSO…
14 gennaio 2017
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«Muoio contento di avere fatto il mio dovere di italiano»
14 gennaio 2017

MENTRE LO UCCIDEVO, I NOSTRI SGUARDI SI INCONTRARONO (Tratto da “Ultime voci dalla Grande Guerra”)

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di Valido Capodarca

“Hai fatto il tuo dovere!'” rassicura la Ragione.

“Hai ucciso un uomo!” rimprovera la Coscienza.
Un vecchio combattente della Grande Guerra, una delle migliaia di voci perdute per sempre, venne invitato anni or sono da un sagace insegnante di una piccola scuola di un paesino marchigiano, a raccontare ai bambini le sue esperienze di guerra.
A quegli occhioni attenti, innocenti, egli aprì il suo animo, e svelò il tormento che, dopo decine e decine di anni, lo divorava ancora. E raccontò di quando, in occasione di una Messa al reggimento, egli si era inginocchiato ai piedi di un prete — erano anni che non lo faceva — per confessarsi.
“Padre, ho ucciso un uomo!”
“Mi spiace, ma non posso darti l’assoluzione!”
Il soldato si rialzò in silenzio e, senza neppure segnarsi, volse le spalle e si allontanò.
Passarono i mesi; il reparto era, nel frattempo, transitato nelle retrovie. Il soldato, in libera uscita, si aggirava per le vie di Padova. Intravide, emergenti dai tetti, le cupole della Basilica del Santo. Si avvicinò. Dal portale, spalancato, giungeva un invito, una speranza a deporre il suo grave fardello. Nella penombra, la sagoma di un confessionale; si inginocchiò. Dietro la grata, i contorni indefiniti di un frate.
“Padre, ho ucciso un uomo!”
“E come, figliolo? quando?”
“In battaglia, nel corso di un combattimento”.
“Ma questo non è un peccato! non devi confessarti! anzi, la tua è stata un’azione meritoria, perché questa è una guerra santa, benedetta da Dio; e tu devi ucciderne ancora, ancora, ancora!” Il soldato non l’ascoltava più.
Lo sguardo del vecchio scrutava, una ad una, le pupille fisse, le bocche socchiuse dei bambini; cercava ancora, dopo settanta anni, qualcuno disposto a capire.
“Non potrò dimenticare perché, mentre lo uccidevo, i nostri sguardi si incontrarono. Era un assalto alla baionetta, e ci trovammo di fronte. Era più giovane di me, i capelli rossicci, gli occhi chiari, occhi che vidi puntati sui miei mentre, trapassandolo al petto, tagliavo i fili della sua giovanissima vita”.
La classe aveva sospeso il respiro.
“Era più giovane di me; ma era armato, come me. Io fui più svelto. Se non lo avessi ucciso io, mi avrebbe ucciso lui!” ripeté per la miliardesima volta la Ragione.
Per la miliardesima volta la Coscienza replicò:
“Hai ucciso un uomo!”