di Valido Capodarca
Avevo già preparato il post di oggi sulla testimonianza di un altro superstite della Prima Guerra Mondiale, quando ho letto il post di Alessandro Tessari che riporta una frase di Emilio Lussu in “Un anno sull’Altopiano”. La frase è la seguente.
“Il 10 giugno, la nostra artiglieria aprì il fuoco alle 5 del mattino. La grande azione che andava, per 50 chilometri, da Val d’Assa a Cima Caldiera, era iniziata. Sull’Altipiano, comprese le bombarde pesanti da trincea, non v’erano meno di mille bocche da fuoco. Un tambureggiamento immenso, fra boati che sembravano uscire dal ventre della terra, sconvolgevano il suolo. La stessa terra tremava sotto i nostri piedi. Quello non era tiro d’artiglieria. Era l’inferno che si era scatenato. »
(Emilio Lussu – Un anno sull’Altipiano)
Fra le foto di Sandro Cerri scattate in quel periodo, c’era questa. Rappresenta una strada di montagna dalla quale si alza una nuvola di polvere. Chiesi a Sandro Cerri il motivo di quel polverone, avanzando anche l’ipotesi che fosse passato da poco un autocarro che aveva sollevato la polvere della strada. Sconvolgente la risposta del Cerri:
“No, in questo momento i cannoni italiani stanno sparando, tutta la montagna trema, tanto da sollevare la polvere della strada”