I caduti di religione ebraica della Grande Guerra

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UCCISO, SEPOLTO, DECORATO ALLA MEMORIA, ESCE DALLA TOMBA E…
5 gennaio 2017
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UN AUTIERE ALLA GRANDE GUERRA
5 gennaio 2017

I caduti di religione ebraica della Grande Guerra

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I caduti di religione ebraica della Grande Guerra

Targa marmorea esposta all’interno della Sinagoga di Siena

in ricordo dei due militari senesi caduti nella Grande Guerra

Furono numerosi i militari di religione ebraica che militarono nelle fila del Regio Esercito. Ne riportiamo due nati a Siena.

Cabibbe Renato di Francesco

Tenente in servizio attivo al 213° Reggimento fanteria, nato a Siena il 2 febbraio 1895 a Siena, distretto militare di Siena, disperso il 27 giugno 1916 sull’Altopiano di Asiago in combattimento.

Pontecorboli Raffaello di Enrico,

Sottotenente di complemento al 262° Reggimento di fanteria, nato il 29 aprile 1897 a Siena, distretto militare di Siena, morto il 23 maggio 1917 sul Monte Vodice per ferite riportate in combattimento. Decorato di Medaglia di Bronzo al Valor Militare: “Sotto il violento fuoco nemico di artiglieria, ricevuto l’ordine di avanzare, condusse il proprio reparto con slancio ed energia, finchè, colpito in pieno da una granata avversaria, cadde sul campo. Monte Vodice, 23 maggio 1917”.

Renato Cabibbe in una foto ricordo

Si riportano le vicende belliche dei due battaglioni nei quali hanno militato Renato Cabibbe (213° Rgt. fanteria) e Raffaello Pontecorboli (262° Rgt. fanteria). Fonte della cronistoria: www.frontedelpiave.info)

BRIGATA “ARNO”

(213° e 214° Fanteria)

ANN01916.

Destinata in Albania (43a divisione) il 19 marzo, il 213° sbarca a Valona ed accampa a Babica per trasferirsi

L’indomani al ponte di Drasovica sulla Susice, ove il 23, è raggiunto dal 214° sbarcato il 21 a Valona. La brigata è impiegata in lavori stradali e di sistemazione difensiva sulla linea Penkova-Treblova-Lapaj. Nei giorni dal 1° al 7 giugno essa è rimpatriata ed inviata a Castelfranco Veneto; da dove, il 13, prosegue in autocarri per Marostica ed il 15 per Mosca, passando a far parte della 288a divisione ed accampando sulle pendici di Cima Echar e di M. Sprunch tra Mezzavia ed Osteria Fontanella.

Il 16 giugno, mentre il 213° assume, in sostituzione di reparti della “Lombardia”, la difesa del sottosettore di Sinistra della divisione, tra Mosca e Meltar, a cavallo della strada Turcio-Pennar-Asiago, il 214° è raccolto a Pria dell’Acqua a disposizione del comando della 30a divisione, che ne impiega subito due battaglioni: uno a Bivio Boscon in riserva dell’ala sinistra della brigata Forli, e l’altro verso Casera Magnaboschi in sostituzione di due compagnie del 43° fanteria. Il 17, mentre è in pieno sviluppo la nostra controffensiva sugli altipiani, i battaglioni I e III del 214° hanno ordine di avanzare lungo la rotabile di Casera Magnaboschi. Essi riescono ad occupare alcune posizioni avversarie, ma, non appoggiati a sinistra e minacciati di aggiramento, sono costretti ad iniziare il ripiegamento con gravi perdite, quando sopraggiunge in loro aiuto da Bivio Boscon il II battaglione che, non solo arresta il loro movimento retrogado, ma si afferma tra le falde di M. Lemerle e del M. Magnaboschi resistendo alla violenta pressione avversaria. Le perdite di questa giomata sono, pel 214°, di 40 ufficiali e 1071 gregari.

Tra i feriti vi sono il comandante del reggimento e quelle dei battaglioni I e III. Il giorno successivo è ferito anche il comandante del II battaglione.

Il 21 giugno il 214° è rilevato dalla linea ed inviato a riordinarsi sulle pendici meridionali del M. Sprunch, ritornando alla dipendenza della propria brigata.

Il 25, avuto sentore che il nemico si accinge a sgombrare le sue posizioni da Magnaboschi a M. Lemerle, la “Arno” ha ordine di occupare la linea Mosca-Pennar, spingendosi poi verso Asiago. Assolve tale compito il 213 °, che raggiunge, coi battaglioni I e II, la linea villa Dal Brun-altura di Zocchi, mentre il III arriva ad un chilometro da Asiago. Il 214° segue di rincalzo. Il 26 l’avanzata prosegue: nuovo obbiettivo per la brigata è la fronte Camporovere-q. 1038, che è raggiunto dal 213°, meno il III battaglione destinato, con altri reparti, all’occupazione di M. Rasta. La reazione opposta dal nemico presidiante detto monte è tale da sopraffare in parte il III/213° ed occorre inviargli di rincalzo il II che può apportare un efficace aiuto, poichè preso sotto un violentissimo tiro di repressione.

Il 27, sulle posizioni di Camporovere-q. 1038, resiste ancora il I/213° rinforzato da due compagnie ed una sezione mitragliatrici del 214°. Il giorno seguente questo reggimento sostituisce il 213° che ha subito, compresi i dispersi, 1.314 perdite, fra le quali 32 ufficiali.

Dopo un breve periodo di riordinamento dei reparti e di rafforzamento delle posizioni, l’azione è ripresa il 7 luglio col compito, per la brigata Amo, di irrompere di sorpresa nelle posizioni nemiche di M. Rasta, in direzione di Capitello Hol. Reparti di entrambi i reggimenti iniziano l’avanzata che viene più tardi sospesa a causa delle difficoltà incontrate dalle unità laterali. L’8 luglio la “Arno” riprende le sue posizioni di Camporovere e di Asiago che tiene col 214° e col III/213°, poichè gli altri due battaglioni di questo reggimento sono inviati a S. Sisto a disposizione del comando del XIV corpo d’armata.

L’azione è ripresa il giorno 11 luglio e la brigata asseconda il movimento della 29a divisione contro q. 1451 e Roccolo del Lino. Durante i vari tentativi operati dalla brigata Spezia per tutto il mese di luglio e che non possono raggiungere tangibili risultati a causa della tenace resistenza avversaria, i reparti della “Arno” impegnano il nemico con continuo invio di pattuglie e con attiva vigilanza in linea.

Il 1° agosto il 213° è inviato a riposo a Campo di Mezzavia, mentre il 214° è schierato con due battaglioni nella zona Camporovere-rotabile di M. Interrotto-Asiago. Il giorno 9 il 213° ritorna in linea e ne rivela il 125°. Durante l’azione che la 25a divisione svolge, il giorno 15, per la conquista della q. 1476 di M. Mosciagh, la brigata Amo ha ordine di tendere, col 213°, all’occupazione di M. Interrotto nel caso che le truppe della destra riescano a spezzare la resistenza nemica, e, con un battaglione del 214°, di tagliare la ritirata a reparti percorrenti la Val Galmanara.

La reazione avversaria vieta il raggiungimento degli obbiettivi assegnati alla 25a divisione, si che l’attività della brigata si limita all’invio di pattuglie e ad una più assidua sorveglianza sulla prima linea. Nella notte sul 17 la “Arno” è sostituita dal 14° reggimento bersaglieri ed inviata, prima nella valle di Campomulo, e poi a Pagarlok, ove accampa. Il 18 però è di nuovo spostata fra il Mitterwald e Campo delle Doghe per sostituire la brigata Bari nei lavori di rafforzamento della seconda linea difensiva e delle comunicazioni.

Nelle notti sul 5 e sul 6 settembre rivela la “Bari” nelle posizioni di M. Colombara (214°)-q. 1807-Malga Bosco Secco (213°) e 1’8 passa alla dipendenza della 29a divisione. Nei giorni dal 21 al 23 la brigata, sostituita dal 18° fanteria, si trasferisce fra Campofilone e Campo delle Doghe, ove riprende i lavori di rafforzamento.

Nelle notti del 5 e del 6 ottobre il 214° sostituisce con un battaglione, alcuni reparti alpini sulla fronte fra M. Palo e M. Forno.

Nella notte sul 18 e il 213° sostituisce il 18° fanteria sulla linea M. Colombara a M. Palo.

Fino al termine dell’anno i reparti della brigata si alternano con periodi di linea e turni di riposo, durante i quali procedono a lavori di rafforzamento delle opere arretrate.

ANNO 1917.

La brigata continua nei turni anzidetti alternando i propri reparti anche con quelli della 3° fanteria. Il 19 febbraio la fronte affidatale è prolungata verso nord da Pozza della Terra Nera fino ai “ruderi”. Nei giorni 20 e 21 aprile è ritirata dalla prima linea ed inviata fra Enego e Salogna, passando alla diretta dipendenza del XX corpo d’armata.

Dopo un periodo di riordinamento e di istruzione, nei giorni dal 29 maggio al 1° giugno, la “Arno” ritorna a Campo delle Doghe, ancora alla dipendenza della 29° divisione.

Il giorno 2 è nuovamente schierata nelle posizioni già precedentemente presidiate rilevandone un gruppo alpino. In vista di una nostra azione tendente alla conquista di M. Forno, 1’8 ed il 9 giugno il 213° si ammassa a Grotta del Lago, mentre il 214° si trasferisce al Mitterwald.

Iniziatosi il giorno 10 l’attacco, i riparti d’assalto della brigata, seguiti dal I/213°, si slanciano contro le posizioni avversarie e, nonostante il tiro d’artiglieria proveniente da M. Como di Campo Bianco e M. Colombara, superano due linee di trincee. La nebbia e la reazione nemica impediscono ogni ulteriore progresso e le posizioni raggiunte sono subito rafforzate dal 214° che sostituisce in linea il 213°. Le perdite ammontano a 14 ufficiali e 331 gregari. Dopo altri tentativi operati nei giorni 11 e 17 ed ostacolati da avverse condizioni atmosferiche, il 19 l’azione contro M. Forno è ripresa. Le truppe del 214 ° escono ripetute volte dalle loro posizioni avanzate, ma il loro ardimento è infranto dal tiro delle mitragliatrici appostate sullo stesso M. Forno e da quello di artiglieria che imperversa furioso da M. Cucco, da M. Chiesa,

da Como di Campo Bianco e da M. Colombara. Il reggimento, che ha perduto 24 ufficiali e 658 militari di truppa, è sostituito in linea dal 238° nella sera dello stesso 19 ed inviato a Campofilone per riordinarsi. Il 21, mentre il 213° rivela in linea il 238°, il 214° si sposta al Campo delle Doghe. Quivi il 9 luglio si reca anche il 213°, sostituito dall’VllI gruppo alpino.

Il giorno 11 luglio tutta la brigata è riunita nella regione di Foza, fra Gavelle e Lazzaretti, passando alla dipendenza della 21a divisione.

Destinata ad altra zona, il 13 si trasferisce a Valstagna e di quì, il 14 ed il 15 prosegue per ferrovia fino a S. Giovanni di Manzano e per via ordinaria fino a Sdraussina ove accampa (58a divisione).

Nelle notti sul 21 e sul 22, raccolta nel Vallone, sostituisce la brigata Pallanza sulla fronte compresa tra la dolina “Taverna” e il saliente di quella “Bra”.

La notte sul 15 agosto è rilevata in linea dai reparti delle brigate Rovigo, Pallanza e Massa Carrara ed inviata nei pressi di Sdraussina, passando alle dipendenze della 69a divisione.

Il giorno 23 è inviata a Pradis (IV corpo d’armata) per proseguire il 26 per Lucinico (10a divisione) ed il 29 per Gorizia, quale riserva dell’VIII corpo d’armata. Una successiva disposizione la pone, il 30, alla dipendenza dell’11a divisione che le commette il compito del proseguimento dell’azione per la conquista del M. S. Gabriele e così la disloca, il 31, in sostituzione della “Messina”: 214° coi battaglioni II e III sulle pendici del Veliki Hrib ed il I alla sella di Dol; il 213° col III battaglione alla citata sella, il II tra il ponte N. 14 e la passerella N. 13 sull’Isonzo ed il I alla foce di Val Peumica. Il 31 stesso hanno inizio le prime operazioni della brigata col tentativo operato dal 214°, in concorso con altri reparti, della conquista di q. 552. Il reggimento muove su tre colonne, appoggiato a sinistra da un battaglione del 67° fanteria, da uno del 94° e da una compagnia del 68° e a destra da una battaglione del 93°. Sferrato l’attacco, il 214° raggiunge in breve tempo il costone di q. 552, ma la resistenza incontrata dal battaglione del 67° lascia scoperto il fianco delle colonne

operanti, costringendole a ripiegare sulla linea di partenza. Il battaglione del 67° viene sostituito da uno del 213° che frattanto spinge avanti anche gli altri due battaglioni.

La giornata del 1° settembre è impiegata nel rafforzamento delle posizioni conquistate ed il 2 una compagnia del 213° tenta l’occupazione del costone fra le quote 526 e 367 senza riuscirvi poichè tenacemente presidiate dal nemico. Il 4 la brigata Amo rinnova l’attacco al M. S. Gabriele. Essa opera anche questa volta su tre colonne concorrenti alla q. 646; a sinistra due compagnie del 213° punta alle quote 552 e 646; a sinistra sue compagnie del 213° ed una compagnia mitragliatrici, per le pendici orientali del citato costone, tentano prima la conquista delle posizioni avversarie comprese fra la q. 552 e la località Sorgente, e poi puntano sul S. Gabriele.

Il 4 settembre, sferrato l’attacco la colonna centrale, superato il costone di q. 552, raggiunge la vetta del monte e vi si afferma; le colonne laterali incontrano però maggiore resistenza nella loro avanzata sì che occorre rinforzarle con altri reparti.

La reazione nemica si fa cosi violenta da obbligare anche la colonna centrale a ripiegare dalle pendici orientali, mantenendosi però e rafforzandosi sul margine tattico del S. Gabriele.

Fino al giorno 6 la brigata resiste ai ripetuti contrattacchi, consolida le posizioni conquistate e concorre con qualche reparto alle operazioni che altre unità compiono verso S. Caterina. L’accanita lotta sostenuta, mentre procura alla brigata la conquista di importanti posizioni e la cattura di molti prigionieri e di abbondante bottino di guerra, le cagiona la perdita di 84 ufficiali e di 1982 gregari. Il 7 settembre, ritratta dalla linea, è inviata a Pradis per riordinarsi e riposare.

Il 10 è trasferita a Cosana, passando alla dipendenza della 67a divisione fino al giorno 16 e poi a quella della 38a divisione. Essa è dislocata nel Vallone a sud di Kras con incarico di provvedere alla sistemazione difensiva della linea, fronte ad est, M. Piatto-M. Podklabuc-M. Uplatanac-Casoni solarje-M. La Cima-costone degradante a sud fino a q. 700. All’inizio dell’offensiva nemica ha ordine di difendere la linea del Kolovrat, fronte a sud, fra M. Piatto e M. Kuk. Su questa il 24 schiera il 214° fino a q. 1118 del M. Nachnoi e il 213° da detta quota al pianoro di q. 1000 (ovest di M. Kuk).

Incalzati dalle soverchianti forze avversarie i riparti della “Arno” ripiegano coll’ordine di occupare, il 26, un tratto della dorsale del M. S. Martino e, più tardi, la linea interposta fra Castel del Monte e S. Nicolò, raggiunta nel pomeriggio dello stesso 26. Il 28 i resti della brigata, sospinti dalla aumentata pressione nemica, ripiegano a Borgo S. Gottardo, ove tentano, il 27, una resistenza sul Torre. Il 29 passano il Tagliamento al ponte della Delizia diretti ad Istrago. Il 21 novembre la brigata è sciolta.

BRIGATA “ELBA”

(261° e 262° Fanteria)

ANNO 1917.

Costituita nella zona fra Cuccana, Ontagnano, Chiasottis e Lavariano assume originariamente il nome di brigata Sila sostituito subito con quello di Elba. E’ assegnata alla 22a divisione.

Il 30 marzo si trasferisce fra Bertiolo, Virco, Pozzecco e Gallariano, passando alla dipendenza della 23a divisione.

Dopo un intenso periodo di istruzione e di allenamento, la “Elba”, il 25 aprile, si porta fra Buttrio, Camino, Caminetto, S. Lorenzo e Soleschiano e l’indomani il 261° è trasportato in autocarri a Prepotto, passando alla temporanea dipendenza della 47a divisione e dislocandosi fra Kostanjevica, Nekovo, Goljevica, S. Paul e Ravna, al posto di riparti delle brigate bersaglieri 1a e 4a.

Il 6 maggio, il comando di brigata ed il 262° sono dislocati nella zona fra Visinale e Dolegnano ove sono raggiunti dal 261° nei giorni 11 e 12.

Il 15, la brigata è spostata a S. Martino di Quisca ed il 18 a Krasno per sostituire i riparti impegnati sul M. Vodice. Il 20 maggio, il 262° si porta, per Plava e Zagora, negli appostamenti ad est di Zagomilla da dove invia in linea i battaglioni I e II nel settore della Selletta, alla dipendenza della brigata Teramo. Più tardi il comando della “Elba” sostituisce quello della “Avellino” avendo alla sua dipendenza anche il 248°. Il 261° si porta anch’esso ad est di Zagomilla e di qui invia il II battaglione a ridosso della q. 652 in rincalzo del 6° reggimento bersaglieri. Il 23 il III/262° è dislocato a Casa Pastore ove è poi raggiunto dal III/261 °.

Iniziatasi l’azione da parte delle truppe della 53a divisione e di quelle del VI corpo d’armata, le compagnie 1 a e 2a del 261° raggiungono la q. 524 per essere impegnate contro la q. 531. Esse, superando felicemente i primi ostacoli, riescono a portarsi fino alla testata del valloncello del Rohot, fronteggiante una trincea nemica munita di profonda fascia di reticolato ancora intatta. I due battaglioni del 262° dislocati sul Vodice, dalla Selletta a Sorgente, resistono sulle posizioni ai reiterati contrattacchi nemici.

Nei giorni 30 e 31 e nei primi due giorni di giugno, la brigata è inviata a riposo fra Do legnano e Visinale; le sue perdite dal 20 al 31 ammontano a 63 ufficiali e 1831 gregari. L’8 giugno è trasferta in V alle Obline sulle pendici ad oriente della strada Dobra – Vipulzano ed il 12 passa alla dipendenza della 49a divisione.

Il 24 la “Elba” è inviata nella zona ad est di Cà delle Valade fra q. 109 e Casa Sfidigai.

Il 10 luglio ritorna sul Vodice (53a divisione) ove schiera il 262° a q. 652, al posto del 242°, mentre il 261° è in rincalzo a Zagomilla fino al 13, alla quale data sostituisce il 248° ed il XXIV battaglione bersaglieri sulla fronte della Selletta e di q. 592.

Nelle notti sul 10 e sull’ll agosto, la brigata, rilevata dalla “Teramo”, si trasferisce nella zona di Prepotto (66a

divisione). Questo lungo periodo di linea le cagiona la perdita di 6 ufficiali e 415 militari di truppa.

Il 17 agosto è inviata fra Debenje e Zapotok. Il 20, mentre è ingaggiata la battaglia della Bainsizza, la brigata è richiamata in linea: il 261° si porta nella valle Buce ed il 262° in quella di Kotec – Potoc e poco dopo passa l’Isonzo ad Ajba e si schiera sul Semmer per operare, colla 58 brigata bersaglieri, verso Vrh e le alture dell’Ossoinca e dell’Oscedrih (q. 856).

Il 261° passa anch’esso il fiume e raggiunge il Roccione del Diavolo, a disposizione del comando della 478 divisione.

Intanto il comandante della “Elba”, dopo avere per breve tempo difesa la linea Fratta – Sommer, assume il comando di una colonna, composta dai reggimenti 258° e 270°, da un battaglione del 257°, colla quale attacca ed occupa da nord M. Jelonik (q. 788). Il 23 detto comandante riassume sul Vrh il comando della “Elba” ed ha alle sue dipendenze il 12° bersaglieri ed i battaglioni alpini M. Tonale e M. Pasubio. Queste truppe avanzano, oltrepassando il margine del bosco che ricopre le pendici sud – orientali di q. 856 (Oscedrih).

Il 26 agosto, la brigata, che ha perduto nella battaglia 19 ufficiali e 741 gregari, è inviata a riposo nelal zona Gorenje Vas-Krestenica ( 66a divisione).

Il 2 settembre è spostata fra Brestie e Marmorie (11a divisione). Il 3 passa l’Isonzo al ponte di Salcano e si disloca lungo la strada Salcano – Sella di Dol. Il 4 i battaglioni della “Elba” sono messi a disposizione della brigata Arno, mentre il comando del 262° ed il suo III battaglione che sono assegnati temporaneamente alla “Palermo” per agire contro S. Caterina.

Questi riparti, sotto violentissimo fuoco di artiglieria sono inviati verso la Sella di Dol ed il Veliki-Hrib. Il 5 l’azione contro S. Gabriele (q. 646) continua accanita e con buoni risultati. E’ ferito il comandante della brigata e cadono molti ufficiali.

L’8 settembre, la brigata, sostituita dalla “Foggia”, si porta a Cerovo Basso (67a divisone). Il 21 si trasferisce nella zona Dobra-Bigliana (3a divisione).

L’offensiva austro-tedesca trova, il 24 ottobre, la brigata cosi dislocata: il 261° attendato fra Zavarat e Obemeto; il 262° schierato in linea con I battaglione fra Rucchin e M. Fortin, il II sui due costoni che dalla strada Pusno-Srednje scendono sull’Indro ed il m sullo sperone di C. Clava e di O. Malinske.

La notte sul 25 anche il 261 ° si schiera in linea col II battaglione a M. Bod Klabue, il m nella trincea che da M. Navercu risale verso Casoni Solarje, il I sulle posìzioni di M. Navercu, M. Fotin, Cimìtero, S. Volfango.

Il 26, a causa della violenta pressione nemica, la brigata ripiega sulla linea: bivio S. Leonardo-q. 710-Stallo-S. Nicolò, ove resiste ai reiterati violenti attacchi sferrati, specie contro la q. 710 e S. Nicolò. La pressione è cosi tenace che la “Elba” ha ordine di ripiegare il 27 ottobre sul Torre, ove tenta una nuova resistenza.

Dopo successivi ripiegamenti la brigata è disciolta il 21 novembre.