Giuseppe Bruna, nato a Vignolo, classe 1898, contadino

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Alessandro Scotti, nato a Montegrosso d’Asti, classe 1889, esponente del partit dei contadini d’Italia
4 gennaio 2017
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Bartolomeo Ristorto, San Michele di Cervasca, classe 1893, contadino
4 gennaio 2017

Giuseppe Bruna, nato a Vignolo, classe 1898, contadino

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dal web

Avevo nemmeno diciotto anni non mi facevo ancora nemmeno la barba, e mi chiamano a fare il soldato negli alpini. Vado a finire a Ala di Trento, sul Monte Sugno, in guerra, di rincalzo. Eh, la guerra! Tra noi dicevamo: « Non andiamo mai piú a casa, la guerra non finirà mai piú, è la fine del mondo, che il diavolo si porti via tutto». Se potevamo avere un fiasco di vino in tre o quattro, «Sa, beviamo una volta», e cercavamo di dimenticare. Noialtri avevamo l’interesse della guerra? Gli ufficiali ci parlavano della patria. Noialtri quando potevamo avere la licenza e venire a casa la patria era quella lí. [..]
Poi è venuto l’armistizio, ero a Feltre con la 59′ divisione, alle tre del pomeriggio è arrivato un portaordini con la bandiera bianca. Vicino a una chiesa c’era l’hotel, la mensa degli ufficiali tedeschi. Siamo saliti al secondo piano con le corde, abbiamo portato abbasso la pianola, poi due giorni di festa. Arrivavano i camion pieni di fiaschi di vino, nemmeno con la baionetta si riusciva a tenere indietro i soldati; «La guerra è finita», gridavamo, e ballavamo tra soldati, una gran festa, una festa come la nostra patronale.
Poi quaranta giorni a raccogliere nei campi le armi abbandonate, le munizioni, i cappelli di ferro, tutta la porcheria. Poi mi hanno spedito a Fiume contro D’Annunzio. D’Annunzio aveva conquistato Fiume con i suoi arditi e veniva da noi a rubare i cavalli e le artiglierie che noi dovevamo difendere, tre miei amici sono morti lí, contro D’Annunzio. La guerra era finita e D’Annunzio faceva il caporione, faceva come l’imperatore di Fiume. Tra noi dicevamo: «Ma cristu, la guerra è finita e quel rompiballe di D’Annunzio ci fa ancora sparare addosso».