Giovanni Toselli (nato a Peveragno, classe 1887, muratore)

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Giuseppe Daniele, nato a Cherasco, classe 1887, contadino
4 gennaio 2017
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Giacomo Martinengo (nato a Margarita, classe 1884, contadino)
4 gennaio 2017

Giovanni Toselli (nato a Peveragno, classe 1887, muratore)

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dal web

Poi scoppia la guerra, che disperazione! Che cosa mi è passato per la testa? Ma nemmeno un soldato era convinto di fare quella guerra, partivamo tutti malvolentieri.

uno da sposare è diverso … ha nessuno dietro. Noi avevamo famiglia, dovevamo lasciare il lavoro. Solo qualcuno volontario voleva fare la guerra, per fare carriera. Noi siamo andati in guerra per forza. Tanti qui di Peveragno prendevano porcherie per non partire, e ne sono morti…

Partito il 31 luglio 1915, e tornato nel dicembre del ’18. Sono stato nella conca di Plezzo, con la brigata Aosta, siamo andati a occupare Plezzo con la fanteria, noi alpini a far coraggio alla fanteria. Su a Plezzo eravamo su una posizione avanzata che ci prendevano da tutte le parti, quota 900, dall’alto ci buttavano giù le pietre, da una parte sparavano col cannone a zero, e dall’altra ancora con le mitraglie. Non ci arrivava più da mangiare, e sono venuto a pesare 45 chili. Anche un certo Salimbeni di Pradleves, che pesava 86 chili, è venuto a trentasei chili. C’era un certo bosniaco, un volontario, che viveva in una galleria nella roccia da solo, e aveva cinque fucili e una mitraglia, e chiudeva sempre il passaggio alle nostre corvèes di viveri. Allora il capitano mi ha mandato a prendere quel merlo, mi ha dato diciotto uomini, ci siamo tolte le scarpe, ci siamo fasciati i piedi nelle fasce mollettiere, abbiamo montato un trucco e l’abbiamo sorpreso. Era un giovane, aveva per due mesi viveri e munizioni. Uno l’ha preso per i piedi e l’altro per le braccia, l’abbiamo buttato giù da un burrone, a momenti ammazza il nostro capitano sotto, a momenti gli piomba addosso.

Poi è venuta la ritirata, la nostra divisione ha resistito due giorni nella conca di Plezzo, i nostri 149 prolungati sparavano già verso le retrovie, all’indietro, allora si salvi chi può, siamo scappati, nella nostra vallata c’erano due metri di morti…

Eh, l’abbiamo vinta quella guerra, ma l’abbiamo anche perduta. La statistica dice che sono di più i tubercolotici tornati dalla guerra del ’15-’18 che i morti di quella guerra. Io ho preso il gas iprite sul Montello, e come sono tornato a casa, dopo il primo giorno di festa, ero già malato di polmonite, ho tribolato due anno. E mi è toccato ricominciare dal principio e vivere su due giornate e mezzo di terra e il resto in affitto perchè non trovavo lavoro come muratore, nessuno faceva ancora costruire.