Innestare la baionetta, bere un goccio di grappa e con un unico grido “Savoia all’attacco…”
Sfidare con coraggio, armati di un fucile mod.91, i 105mm austriaci… destreggiarsi tra reticolati e corpi di uomini inermi ormai morti…
Ed intanto corri…corri….
Non si sa ancora se quel proietto di Schwarzlose è stato già fuso per me o se lo Steyer sta puntando alla mia tempia.
Ed intanto corri, corri…
Un colpo di granata esplode alle mie spalle, mentre una Shrapnel esplode in cielo.
Il colore predominante e il rosso… il rosso del sangue, il rosso della rabbia di voler tornare indietro, il rosso del fuoco.
Ed intanto corri… corri…
Mi giro un attimo indietro e non vedo più Michele il siciliano e neanche più Bugin il veneto, dove saranno? cosa gli sarà successo??
La stanchezza comincia a farsi sentire, il coraggio comincia a mancare.
Gli occhi azzurri di quell’austriaco nascosto dietro il reticolato mi fissano, anche lui sporco di terra e di sangue ha paura, sa benissimo che se vorrà rivedere i suoi cari dovrà uccidermi…
Ed intanto corri… corri…
Io lo guardo… lui mi guarda… abbiamo paura entrambi… sappiamo cosa dobbiamo fare… ma non lo vogliamo.
Il mio Carcano ha finito i colpi mentre lui sfila lo Sturmesser dal fodero.
Comincia il corpo a corpo e proprio in quel momento una raffica ci colpisce…
Entrambi cadiamo esanime uno verso l’altro come in un abbraccio che mai avremmo potuto… e che desideravamo dal 1915, giorno in cui altri decisero che saremmo stati nemici…
G.R.