Angelo Doronzo, 105 anni, veterano di tre guerre

foto-30
Anmig Barletta
10 ottobre 2016
img_5665
Un Natale tra Musica, Poesia e Solidarietà all’Associazione Anmig
21 dicembre 2016

Angelo Doronzo, 105 anni, veterano di tre guerre

Angelo-Doronzo-e-Ruggiero-Graziano

Angelo-Doronzo-e-Ruggiero-GrazianoA cura di Tommaso Francavilla

«Le persone più cattive le ho conosciute in tempo di pace». Angelo Doronzo nasce a Barletta il 27 luglio 1911. Dopo la maturità classica, va a studiare presso l’Accademia Militare di Pinerolo, nella Scuola di Cavalleria. Concluso di corso di ufficiale, in qualità di sottotenente, entra nel corpo dei Lancieri D’Aosta, coi quali viene inviato al seguito del Regio Corpo Truppe Coloniali, alla conquista dell’ Abissinia (Etiopia).
angelo-doronzo-coi-figli-tina-e-pasquale

Dopo la guerra di Abissinia, nel 1937, il sottotenente Doronzo viene inviato nella Spagna insanguinata dalla guerra civile, assieme alle truppe italiane, a sostegno del generale Francisco Franco. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Angelo Doronzo è inviato nuovamente in Africa. Nella sua carriera, ha conquistato 25 decorazioni, di cui una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e due Croci di Guerra.
Angelo Doronzo si congeda all’età 50 anni col grado di capitano e torna a Barletta, per continuare a gestire l’azienda agricola del padre, appena deceduto. Sono le 11.30 di una calda mattinata autunnale, mi reco a casa del capitano Doronzo, con Ruggiero Graziano, presidente dell’ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra) e dell’ANCR (Associazione Nazionale Combattenti e Reduci). Ad accoglierci, ci sono i figli del capitano, la prof.ssa Tina Doronzo e l’ing. Pasquale Doronzo. L’intervista si svolge in un studio, carico di cimeli di guerra e storia.

Signor Doronzo, dove fu inviato in Abissinia (Etiopia)?
«Nel 1935, fui inviato nella capitale, Addis Abeba, al seguito del Generale Rodolfo Graziani. Ci vollero 7 mesi per conquistare l’Abissinia, ma furono necessari altri due anni per combattere i ribelli abissini, comandati da sette Ras ( capi militari etiopici – ndr), che comandavano rispettivamente sette regioni abissine. I guerriglieri ribelli erano ben armati, ma alla fine siamo riusciti a contenere la ribellione, riuscendo a fare incoronare imperatore Hailè Selassiè».
Cosa successe durante uno di questi scontri?
«Durante uno di questi scontri, fui ferito da un guerrigliero, mentre ero a cavallo; il proiettile mi colpì all’inguine, mi salvai. Tutt’ora conservo il proiettile estrattomi. Non c’erano regole nella guerriglia contro i ribelli: ricordo che contro i guerriglieri abissini, una volta catturati, usavamo l’iprite, torturandoli. Li facevamo camminare nudi lungo dei sentieri cosparsi di iprite che, al contatto con la pelle, la ustiona, causando piaghe terribili. Li osservavamo morire in questo modo, lentamente».

Intervista ad Angelo Doronzo

Pubblicato da Ruggiero Graziano angelo-doronzo-11-copia