12 settembre 1919 – L’ Impresa di Fiume

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I MORTI AUSTRIACI…LEGATI AI CANNONI
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12 settembre 1919 – L’ Impresa di Fiume

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«Italiani di Fiume! Nel mondo folle e vile, Fiume è oggi il segno della libertà; nel mondo folle e vile vi è una sola verità: e questa è Fiume; vi è un solo amore: e questo è Fiume! Fiume è come un faro luminoso che splende in mezzo ad un mare di abiezione… Io soldato, io volontario, io mutilato di guerra, credo di interpretare la volontà di tutto il sano popolo d’Italia proclamando l’annessione di Fiume. »
discorso di D’Annunzio.

ALMANACCO DEL 12 SETTEMBRE ….

….1919 – Impresa di Fiume: Gabriele d’Annunzio a capo di 2500 legionari al motto di “O Fiume o morte” occupa la città di Fiume.
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IMPRESA DI FIUME
L’Impresa di Fiume fu l’avvenimento storico in occasione del quale Gabriele D’Annunzio guidò un gruppo di circa 2.600 militari ribelli del Regio Esercito – i Granatieri di Sardegna – da Ronchi, presso Monfalcone, a Fiume, città della quale D’Annunzio proclamò l’annessione al Regno d’Italia il 12 settembre 1919.
Osteggiato dal governo italiano, D’Annunzio tentò di resistere alle pressioni che gli giungevano dall’Italia. Nel frattempo, l’approvazione del Trattato di Rapallo, il 12 novembre 1920, trasformò Fiume in uno stato indipendente. D’Annunzio proclamò la Reggenza Italiana del Carnaro. Il 24 dicembre 1920 l’esercito italiano procedette con la forza allo sgombero dei legionari fiumani dalla città.
Filippo Tommaso Marinetti, durante il periodo della sua presenza a Fiume nel settembre 1919, definì gli autori dell’impresa disertori in avanti.

ANTEFATTI –

Secondo il censimento ungherese del 1910 (nel quale fu richiesta la lingua d’uso), la popolazione di Fiume era pari a 49.806 abitanti, e così suddivisa:

24.212 dichiaravano di avere come lingua d’uso l’italiano,

12.926 il serbocroato e altre lingue, soprattutto ungherese, sloveno e tedesco.

Nel censimento non si consideravano i dati della località di Sussak, quartiere a maggioranza croata sorto in epoca recente a est della Fiumara. Quest’ultimo era il corso d’acqua che suddivideva la municipalità di Fiume (formalmente dipendente dalla Corona Ungherese in qualità di Corpus Separatum) dal Regno di Croazia.

La città di Fiume aveva sempre lottato contro la propria annessione al Regno di Croazia, reclamata invece dalla minoranza croata.

Alla conclusione del primo conflitto mondiale, dalle trattative di pace, l’Italia ottenne le terre irredente di Trento e Trieste ma l’opposizione del presidente americano Woodrow Wilson condusse a una situazione di stallo per quanto riguardava la Dalmazia e Fiume, non promessa all’Italia col patto di Londra e reclamata dagli italiani in quanto abitata prevalentemente da connazionali.

Inoltre già nell’ottobre 1918 a Fiume si era costituito un Consiglio nazionale che propugnava l’annessione all’Italia. di cui fu nominato presidente Antonio Grossich. I rappresentanti italiani a Parigi Vittorio Emanuele Orlando e Sidney Sonnino, dopo aver polemicamente abbandonato il tavolo delle trattative il 24 aprile, non avendo colto risultati sperati vi fecero ritorno il 5 maggio.

(nella foto D’Annunzio e i suoi legionari))