UN AUTIERE ALLA GRANDE GUERRA: GRANATE AL GAS ASFISSIANTE

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23 dicembre 2016
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SCONTRO SUI RETICOLATI
23 dicembre 2016

UN AUTIERE ALLA GRANDE GUERRA: GRANATE AL GAS ASFISSIANTE

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Gli Austriaci, lo sanno tutti, usarono i gas asfissianti. OK. Ma… questa, allora, dove la mettiamo? Ce lo dice lo stesso autore Sandro Cerri, in didascalia alla foto. Quali informazioni ci possono dare, in merito, gli esperti del gruppo?

Le mie riflessioni, però, mi portano da un’altra parte. Qui non era ancora stata siglata la Convenzione di Ginevra, e ognuno avrebbe potuto sentirsi giustificato nell’usare ogni mezzo, lecito o meno, per vincere la guerra. Ma dopo? Chiedo perdono agli amici del gruppo, se scendo un po’ nell’autobiografico, per chiarirmi alcuni concetti. Si sa che, da vecchi, i difetti della gioventù aumentano. Uno dei miei difetti,da bambino, era quello di fare domande che andavano oltre ciò che le maestre spiegavano, mettendole talvolta in difficoltà. Da grande, nel 1994, giù tenente colonnello 49enne, il difetto doveva essere aumentato. Infatti, nel redigere il Secondo Volume di “Immagini ed Evoluzione del Corpo Automobilistico”, per i fatti relativi all’attività del Corpo Automobilistico intorno all’8 settembre, intervistai Pierino Bomprezzi, Presidente della Sezione A.N.A.I. di Rieti. Nel periodo storico in esame egli era tenente in servizio all’8° Centro Autieri di Roma, ed effettuò autocolonne a ripetizione perché aveva ricevuto l’ordine di trasferire sotto il Duomo di Orvieto tutti i documenti Del Ministero della Guerra per difenderli da eventuali bombardamenti in quanto, come disposto dalla Convenzione di Ginevra, i monumenti non potevano essere bombardati. Egli restò impressionato, mi raccontava, da alcuni bauli sigillati contenenti tutta la documentazione sugli avvenimenti di Caporetto, con l’avvertenza che i sigilli avrebbero dovuto essere rotti solo dopo trascorsi 50 anni dagli avvenimenti. Mi venne spontaneo domandargli: “Ma la Convenzione di Ginevra non dice anche che non si deve nascondere nulla sotto i monumenti?”. Le spallucce del Presidente furono una risposta eloquente.
Ora, vecchio bacucco settantenne, il vizio di fare domande si è esacerbato.
Durante uno dei corsi di aggiornamento per ufficiali ci lessero tutti gli articoli della Convenzione di Ginevra. (Le risate!) Però è giusto, a pensarci bene. Un incontro di pugilato, di rugby, di scherma, di football americano, ecc. sono in pratica delle guerricciole mignon. E’ giusto che ci siano delle regole, e che chi le infrange venga sanzionato con perdita di punti, ammonizioni, penalizzazioni, fino alla squalifica. A maggior ragione ha bisogno di regole una competizione così cruenta come una guerra. Ben hanno fatto, le nazioni, a sottoscrivere la Convenzione di Ginevra, che sancisce il no alla tortura, il no all’uccisione di civili, il no all’uso di armi di distruzione di massa, un trattamento umano per i prigionieri… Però una cosa non l’ho capita e la devo domandare agli esperti. In tutto il corso del conflitto, dove si posiziona l’arbitro?